giovedì 10 dicembre 2015

Al posto delle parole

Lui :"pensavo, secondo me è il caso di ripeterci"

Io : "eh...avrei delle obiezioni"

E le ho buttate giù, battute tra virgole, puntini sospensivi e punto, le mie motivazioni. Brevi ma erano lì.

Daccapo, di risposta un asettico : "capisco,ci sta :) " (sisi con tanto di smile, odioso )

"Capisco,ci sta :)" ...ma davvero è tutto qui? Boh, a me cadono braccia, gambe, occhi, orecchie a leggere.

Ora, so bene che il dono della parola è dato a pochi eletti, ma qui non stiamo mica parlando  del meteo o di altre banalità?

Ci sono io, ci sei tu, c'eravamo noi quella sera e no, caro mio, non ci saremo più.

 E lo dico col sorriso, come se mi fossi tolta un peso, come quando fai un taglio nuovo e hai la testa  leggera.


Ieri ascoltavo una canzone degli Evamonamour  che eleggo, oggi, come lista dei miei buoni propositi.

-Prometto di essermi fedele sempre, di regalarmi quattro fiori in più 
e di pagare in tempo il mio riscatto e in queste cose non mi servi tu-

Inizio da questo no, a non tradirmi.

PS. Eri decisamente meglio come ipotesi, ora puoi caldamente andare a quel paese :)


sabato 5 dicembre 2015

Sogno stonato (che tanto, comunque, non imparerò mai)

Vino o birra?

Scelsi il primo, quello che le labbra nemmeno annusarono.

La volta dopo tentasti l'azzardo senza alternative : birretta?

Come rifiutare? Se non è vino è birra bionda, si sa.

Mi hai lasciato nuovamente a secco. Del resto, tu, non avevi nulla per cui brindare.

Si brinda con la promessa del dopo, ma non con un presente precario.

I corpi a digiuno non hanno avuto bisogno dello sbandamento alcolico, hanno deragliato da sè, nudi.

Lo scambio di battute impacciato che è seguito: il ricordo migliore.

C'hai messo poi poco ad innalzare nuovamente muri. Hai mancato il contatto che prima avidamente governavi.

Ed io pensavo di farcela, a non lasciarmi prendere, a vivere il momento (sempre immaginato) per quello che era, senza caricarlo di possibilità seguenti.

Pensavo e sbagliavo. Perchè io crollo, le ciglia pizzicano al primo soffio di assenza.

Nulla mi resta, nulla rimane.

La bocca è in totale astinenza.

Forse eri meglio come ipotesi, era meglio rimanere in silenzio a  guardati, in disparte.



mercoledì 14 ottobre 2015

Quale scegliamo? La uno, la due o la tree?

Non c'è cosa più demotivante dello scrivere una lettera motivazionale.

Sapersi vendere e farlo bene, pratica commerciale che non conosco.

La superbia di dirsi migliore di altri, definirsi "il candidato ideale", davvero è una cosa che mai  arriverò  a concepire. Come il saputello che, alla domanda del professore, alza la mano.

Che io non la alzavo mai, a domanda diretta allora rispondevo.

Fatto sta che io questa benedetta lettera la devo scrivere, orbene ci sono tre possibili soluzioni :

1- scriverla come la scriverebbe il Marchese del Grillo, per la serie: " perchè io so' io e voi non siete un...."

2- scriverla come la scriverebbe Meredith Grey al suo amato Dereck : " Prendi me, scegli me, ama me " (con tanto di qualche lacrima ad impregnare il foglio)

3- In medio stat virtus...che significa tutto e non significa niente, però si sa le citazioni in latino fanno sempre figo.


PS.  Si accettano suggerimenti da casa, da lavoro, dal mare, e anche da Marte. 


giovedì 24 settembre 2015

Dialogo nel buio

Dialogo nel buio non è uno speed date a luci soffuse e nemmeno il dialogo che scaturisce dalla frase :-  Mamma è andata via la luce, dov'è la torcia?

E' un'esperienza tetrasensoriale, tutti i sensi meno la vista. 

Si è trattato di entrare in una stanza, totalmente buia, che simulasse un  mercato come quello della Vucciria di Palermo. Eravamo un gruppo di 5 persone guidata da katia, una ragazza bassina e riccia, o almeno così l'ho immaginata (e non vedente). 
La sua voce simpatica ci ha portato a spasso in questo labirinto al buio. Ci invitava a toccare con mano tutto ciò che ci stava intorno, annusare e indovinarne l'entità.
Ha poi incaricato ciascuno di andarle a prendere un derteminato frutto e a me è toccato il peperone giallo. Si, giallo, non bastava che fosse un peperone.

Ebbene le ho portato un qualcosa che pensavo fosse un peperone giallo e invece mi ha detto che era rosso. Che per me giallo o rosso erano uguali e lì ho capito che di guasto oltre alla vista (sono miope) ho anche il tatto.

Prima di entrare avevo un po' di paura eh, paura di annientare un senso, forse quello che più ti da la percezione del reale, del fatto che ci sei e ci sono altre cose intorno a te.

Avevo paura di sentirmi mancare l'aria in quel buio cosmico.E invece è bastata la sua voce e quella degli altri a fare da filo di Arianna.

E' stato un gioco, si, per tutti all'inizio. A tratti ci tozzavamo e ridevamo, tenevo la mano alla mia compagna spaventata quanto me.

Uscita fuori ero entusiasta dell'esperienza. 

Poi mi sono vergognata. 

Vergognata della mia paura e delle mie risate, che forse avranno potuto infastidiare katia. 

Vergognata della mia pochezza e della mia incapacità.

Mi sono sentita in colpa. 

L'handicap ho capito di averlo io.



giovedì 3 settembre 2015

domenica 28 giugno 2015

Ermetismo portami via

"In un poeta cerco, esigo che la sua vita sia all'altezza della sua pagina. Di uno scrittore in prosa me ne infischio se sia un cialtrone o un santo."

La seconda parte mi suona stonata. Perchè  anche da uno scrittore in prosa  pretendo che ci sia una fedele corrispondenza tra vita vissuta e opera messa su carta, tela, pentagramma.

Ho bisogno di crederlo, altrimenti crolla tutto.

Che di cantastorie non so che farmene, se la prima son io a raccotarmele, le storie - quelle  finzioni vitali, ombre cinesi allo specchio.

Non mi ci è voluto molto per constatare che le crepe sono ovunque. Dentro prima,intorno poi.

E' accaduto che quella legge morale dentro di me ha iniziato a sgretolarsi, è un bastato un semplice appoggio a farla vacillare.

Che al momento ti sembra la liberazione. Il brutto è come ci si sente dopo.

Quando ti tradisci, che fine ti aspetta? Come ci si aggiusta dentro?





PS. Si lo so, è un post questo abbastanza ermetico e criptico. Non me ne vogliate.

giovedì 21 maggio 2015

Come stai

-"Come stai?"
È la frase d'esordio nel mondo che ho intorno-

Beh Brunori, a dirla tutta, questa è  la frase d'esordio della tua canzone (tra l'altro bellissima), nulla più.

Che come sto lo sanno solo quelle  moleskine nere barricate ad occupare un cassetto.
 Sisi le moleskine, che con quelle uno  si sente più scrittore.

Lo sanno Sarajlic, Salinas, Merini, Rilke, Cavalli, Pessoa che non ti spieghi mai come facciano a conoscere  il tuo daimon; e non quelli che non li hanno mai letti.


-Che cosa vuoi che dica? Di cosa vuoi che parli?

Naaaa-na-na-na

Di com’è grande il mare quando non sai nuotare

Naaaa-na-na-na

Di come navigare al rallentatore

Forse dentro me cambiano le cose

Forse dentro me cambiano le cose

Dentro al mio giardino nascono le rose -



Che io vi lascio così, con la canzone, in intimità. Mi raccomando maneggiatela con cura.  Come stai - Brunori Sas



PS. La Rottermeier irrompe improvvisamente in camera: Che fai?

Io : sto scrivendo

Rottermeier: che cosa? le tue memorie?







mercoledì 13 maggio 2015

Il corriere di Amazon bussa sempre due ma anche tre volte

Stai attenta e non aprire a nessuno!”. 

(Non accettare caramelle dagli sconosciuti lo avrà dimenticato) 

Sorrido tra me e me. A chi cavolo mai posso aprire se non al corriere di Amazon quando porta libri??

Stacco la chiamata e torno a godermi  la casa, ancora per poco, tutta mia. 

 La voce della Rottermeier (al secolo mia madre) ha interrotto la lettura, in veranda, di uno dei più bei romanzi della letteratura. 
Non so se glielo posso perdonare. Non so nemmeno se sa, che sto leggendo questo romanzo, non credo. 
Lei che, per partito preso, è una che non sa di me nè vuol sapere. E la cosa non mi dispiace,anzi.

 Ma tant'è, il danno è fatto. Ha rotto la poesia. 

Rimedierò  ora con un caffè cui spetta l'amaro compito, anche se l'ho zuccherato, di non farmi assopire su libri altri. 

 Prima di andare vi lascio uno stralcio di quel capolavoro, oggi va così!

“Aristotele dice nella Poetica” rispose Henry” che oggetti quali cadaveri, penosi alla vista in sé, possono divenire piacevoli da contemplare in un’opera d’arte.”
“E credo che Aristotele sia nel giusto. Dopotutto, quali scene di poesia restano incise nella nostra memoria, quali maggiormente amiamo? Proprio queste: l’assassinio di Agamennone e l’ira di Achille; Didone sulla funebre pira; i pugnali dei traditori e il sangue di Cesare… Ricordate come Svetonio descrive il suo corpo, portato via tra i rifiuti, con un braccio penzolone?”

“La morte è la madre della bellezza” disse Henry.
“E cos’è la bellezza?”
“Terrore”.
“Ben detto!” esclamò Julian. “La bellezza è raramente dolce o consolatoria. Quasi l’opposto. La vera bellezza è sempre un po’ inquietante.


                                                    

lunedì 11 maggio 2015

Fili scoperti


Eremiti pensieri falciati d'obliquo

se io, se noi, funamboli passi

volessimo,avessimo spartito comune


oltre quella casa e oltre la siepe, che è oltre la casa

inciampare in agguati

di sensi ubriachi

estrarre da bocca minerali silenzi


potessimo,avessimo liquido tempo

dilatare suoni 

maneggiare promesse

resuscitare morti binari 


ma restano invece queste ruggini fibre

distillati respiri 

inchiodati alle coste

frastagliata  divento

domenica 3 maggio 2015

Non tornate più

Quando avrete finito di consumarmi il corpo con i vostri occhi

non tornate più

mi avete spento, saccheggiato i sensi


Masticate mute affezioni,

mi offrite mani avide laddove cerco sostegno


La mia colpa? Aver visto oasi dove ci sono crepe

La vostra, aver visto oasi dove c'è una foresta 


Diottrie opposte che hanno prosciugato il terreno

messo a digiuno radici


Quando avrete finito

questo vi chiedo,non tornate più

giovedì 30 aprile 2015

Esitazioni

Serrande chiuse

Distorto tempo

Lampioni gialli

Diagonali sfighe

Pretese utopiche

Interferenze sinistre

Indifferenze note

Argini

e poi crolli


Faccio così, appunto a caso parole nella moleskine.

Scandiscono  paure

che i fantasmi tornino

giovedì 16 aprile 2015

Urti

"-Perchè scrivi solo cose tristi?

 -Perchè quando sono felice esco."

Se vi foste chiesti dove fossi finita, io ed i miei post da " dammi una lametta che mi taglio le vene",  ecco la riposta.

Si lo so non è la mia, ma vi avrei risposto così, per amore di chi l'ha detta (Tenco) e delle citazioni s'intende.


Vi basta sapere che una sera di primavera sono uscita  

senza se, senza ma, senza forse, senza domani, sprovvista di qualsiasi avverbio e congiunzione

Non so nemmeno se ce ne fosse una astrale in quel momento

Son crollate barriere e sovrastrutture in un batter di occhi spalancati

imputati i soli due corpi che hanno causato rime sismiche

Se quelle scosse sono state un reato,continueranno a commetterlo

i titoli di coda della sera son stati affidati ad una dedica in pagina prima 


Ho sempre amato i titoli di coda, quelli dei film

che tutti hanno fretta di rimettersi goffi i cappotti e fuggire

(Ma che ci andate a fare al cinema se non per i titoli di coda?)

Un po' come i ringraziamenti e le dediche nei libri. 

Le prime che leggo, quelle a cui credo





giovedì 5 marzo 2015

Non gioco più, me ne vado


"Strana cosa che per capire il prossimo ci tocchi fuggirlo. E i discorsi più veri sono quelli che facciamo per caso, tra sconosciuti."
Cesare Pavese


Si. Perchè è così e basta. 

E basta anche con la declinazione del presente indicativo del verbo fuggire : io fuggo,tu fuggi...tutti fuggono 

che alla fine ti resterebbe solo il fiato per spedire a quel paese  il fuggitivo (che tanto poi non ce lo spedisci mica,non lo sai fare)

Eppure, più gente "grande" conosco, più li vedo regrediti all'era del giochi;il primo fra tutti l'acchiapparella 

Eppure, è dai cosìddetti "grandi" che mi aspetterei la franchezza di dire : sai com'è sono un cazzone a cui va di divertirmi ancora perchè sono il classico clichè del 30enne con la sindrome di Peter Pan

allora uno si mette l'anima in pace e amen

Troppo impegnati ad adularsi e farsi adulare

Ergo Livia cara, non ci rimanere male...sù impara una buona volta a fregartene.





PS . Dopo lo sfogo stupido, una bella notizia :prossimo week-end vò a Firenze con due amiche

 (Firenze. Una di quelle poesie che sento mie.)




domenica 22 febbraio 2015

Fede'n'marlen


"Il suono gitano di una fisarmonica, il legno duro del folk di una chitarra"


Queste due ragazze se la cantano e se la suonano e lo fanno in modo caldo e magistrale! 

Ascoltatele,vi farà bene!- Lunares

martedì 17 febbraio 2015

IO SO CHI SONO

"Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.(A.Gramsci)

E non si può rimanere indifferenti a ieri.

Ieri sera a teatro è stato Manuel Agnelli e gli altri cinque magnifici "uomini di musica" a riempirci gli occhi ed i silenzi.

Si fa fatica a metabolizzare,il giorno dopo, quel subbuglio di sensazioni post-concerto.

I cinque sensi sballottolati; lampi di fuoco è quello che mi porto.

A teatro poi tutto è più esposto, nudo e amplificato. Erano lì per noi, per loro applausi da mani rosse e sorrisi increduli.

Ti passano accanto, in platea, e poi Manuel ti si mette davanti (!) ed inizia ad intonare in acustico "Non è per sempre"


Non è niente
non è per sempre
è troppo ormai
che stai così male
il tuo diploma in fallimento
è una laurea per reagire


(Canzone che risveglia un ricordo, perchè è stata una delle prime che "lui" imparò a suonare alla chitarra, ed io a seguire)


Io so chi sono - questo il nome del tour teatrale degli Afterhours, e credetemi lascia traccia.

La voce "s-profonda" e si libra in voli pindarici, quella di Manuel 

i giochi variopinti di chitarra e tromba di Xabier

Rodrigo che è sempre un tutt'uno con la leggerezza intensa del suo violino, che si accorda alle tue corde

Roberto e l'eleganza del suo basso

ed infine i due nuovi componenti: Rondanini alla batteria e percussioni e Pilia alle chitarre, pianoforte e contrabasso.

No, non si può metter per iscritto l'esperienza sensoriale.

Ottimo regalo in anticipo per i miei 24 anni.

Oggi ultimo giorno da 23enne. 

(Oggi "lui" farà gli auguri alla nuova lei- questa semi-sovrapposizione di date è un po' una beffa)


L'ultimo giorno da 23enne me lo passo così, a rivedere gli scatti di ieri cantandoci sù. 

Io so chi sono, recitava ieri Manuel 

colgo l'invito a conoscermi.



(PS. vi lascio qualche scatto)
(PPS. prima di entrare, ho beccato Xabier e due nuovi musicistI fuori dal teatro- foto e autografo di rito! ma quella no, non la metto
 1.perchè scattata in fretta e furia col cell e 2. avevo un sorriso da ebete...ma sapete com'è non capita tutte le sere di incontrare l'uomo della propria vita : Xabier Iriondo)


                                                      


Manuel ad 1 millimetro da me


Sulla sinistra Xabier alias mio marito alias chebaffi!


giovedì 22 gennaio 2015

Lista #1

Regalo :

lacrime nuove per storie scadute

i passi secondi, quelli sbandati dopo te

i miei blue devils

la rara paura di addormentarmi e non svegliarmi più

l'uso di verbi al passato e al singolare

No, non fraintendetemi. Sto bene, credo, ma poi capitano i giorni così, che sintetizzerei allegramente con "Mi sono rotto il cazzo" - Lo Stato Sociale



Mi sono rotto il cazzo di me stesso,
che mi conosco fin troppo bene e ho ancora tutta la vita davanti.
che cazzo faccio da qui fino alla pensione?
Che tanto mica me la danno ma comunque non avevo le carte
mi sono rotto il cazzo anche di te
che per fortuna ancora non ti conosco
e forse sei la speranza, giuro che se ti incontro
giuro che se ti incontro
finisce male



sabato 17 gennaio 2015

" E poi domani, questo sarà ieri"

Ieri.

Istituto Francese Grenoble di Napoli, Erri e la sua "parola contraria"

io e i miei occhi innamorati

arrivo di corsa e già lo vedo, gli occhi hanno trovato subito appiglio 

prendo in fretta un caffè mi giro ma lui non c'è più, sarà in teatro mi dico

intanto saluto Raimondo, libraio di fiducia quando vado a Napoli nella sua libreria "Dante e Descartes" (gioiello di via Mezzocannone)

dicevo Raimondo - che mi accoglie con un inaspettato baciamano - mi si allarga un sorriso


-il baciamano di un libraio, mancava solo la stretta forte del poeta (Erri) ed ero pronta a fare tutte le rivoluzioni del mondo


e invece quando mi sono accostata ad Erri per una dedica, come al solito sentivo forte la vena pulsare in gola e le parole rimanevano lì, mute 

l'ho ringraziato fissandogli il mare dagli occhi - e ora a scriverne i miei son lucidi


Ieri notte.

Durante i miei risvegli insonni, mi salta in mente questa frase che ho appuntato sul cellulare per timore di smarrirla


- Ieri sono dodici oggi che te ne sei andato- 


non da dove sia saltata fuori, non ha nessun senso quel numero- dodici.


Ieri.


Un altro numero aveva senso,una data, 16 gennaio.

Ieri è stato il suo compleanno.

Non mi son fatta sentire, mi sentivo fuori luogo, di troppo

con chi ora ha accanto un altro sorriso.

E quindi sciopero della parola è toccato anche a me, ma quello del pensiero... ancora no.

sabato 10 gennaio 2015

Idiosincrasie

Ho preso un paraspifferi

che il vento gelido faccia piangere altri

qui siamo in siccità da un pezzo 

(ah all'appello mancherebbero anche risate belle e fragorose, se continuano così rischiano di non passare l'anno)

Ho tolto i quadri alle pareti, ne ho messi di nuovi

ma continuo a svegliarmi la notte

Dovrei capire cosa farne della mia vira, insomma dove cacchio sarò nei prossimi mesi?

Cosa mi piacerebbe davvero fare?

Eh no ragazzi miei, io non lo so. 

Sento solo forti idiosincrasie crescere







domenica 4 gennaio 2015

Positive vibrations

Sottofondo - i Ten years after

(da quando ho scoperto questo gruppo, cioè praticamente ieri, ormai passa in filodiffusione nella mia deep blue room)

e non son passati 10 anni ma era il 2010, 

no questo non lo ricordavo, lo trovo scritto nella  moleskine

so solo che stamattina "c'era bonaccia in mare, dentro di me pure,una calma increspata di sotto"(Erri)

si notava,lo so

dalle mani che cercavano appigli tra di loro e dai sorrisi inauditi, degli occhi prima

son rimaste le parole in gola mentre le mie orbite cangianti scattavano istantanee 

-illi qui sedebat adversus me- (Catullo non me ne voglia per la variazione)

ho ascoltato e poi sentito 

del resto - "Tu sai stare a sentire. Questa è la prima qualità di chi deve parlare" (Erri)

tornata a casa non ho tolto cappotto nè scarpe,

mi son seduta, ho guardato lo specchio ed ero leggera

venerdì 2 gennaio 2015

CCCP

L'affinità elettiva è orfana di futuro
Disturba i progetti rapisce la quiete
Svela i conti in sospeso
 Accarezzati in sogno in un tempo spezzato che gira rigira

giovedì 1 gennaio 2015

There is a light that never goes out

Tremano gli infissi

"il gelo è stupido stanotte"

in altre stanze ridono, ridono

ed io vorrei vedere te.