giovedì 24 settembre 2015

Dialogo nel buio

Dialogo nel buio non è uno speed date a luci soffuse e nemmeno il dialogo che scaturisce dalla frase :-  Mamma è andata via la luce, dov'è la torcia?

E' un'esperienza tetrasensoriale, tutti i sensi meno la vista. 

Si è trattato di entrare in una stanza, totalmente buia, che simulasse un  mercato come quello della Vucciria di Palermo. Eravamo un gruppo di 5 persone guidata da katia, una ragazza bassina e riccia, o almeno così l'ho immaginata (e non vedente). 
La sua voce simpatica ci ha portato a spasso in questo labirinto al buio. Ci invitava a toccare con mano tutto ciò che ci stava intorno, annusare e indovinarne l'entità.
Ha poi incaricato ciascuno di andarle a prendere un derteminato frutto e a me è toccato il peperone giallo. Si, giallo, non bastava che fosse un peperone.

Ebbene le ho portato un qualcosa che pensavo fosse un peperone giallo e invece mi ha detto che era rosso. Che per me giallo o rosso erano uguali e lì ho capito che di guasto oltre alla vista (sono miope) ho anche il tatto.

Prima di entrare avevo un po' di paura eh, paura di annientare un senso, forse quello che più ti da la percezione del reale, del fatto che ci sei e ci sono altre cose intorno a te.

Avevo paura di sentirmi mancare l'aria in quel buio cosmico.E invece è bastata la sua voce e quella degli altri a fare da filo di Arianna.

E' stato un gioco, si, per tutti all'inizio. A tratti ci tozzavamo e ridevamo, tenevo la mano alla mia compagna spaventata quanto me.

Uscita fuori ero entusiasta dell'esperienza. 

Poi mi sono vergognata. 

Vergognata della mia paura e delle mie risate, che forse avranno potuto infastidiare katia. 

Vergognata della mia pochezza e della mia incapacità.

Mi sono sentita in colpa. 

L'handicap ho capito di averlo io.



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