domenica 28 giugno 2015

Ermetismo portami via

"In un poeta cerco, esigo che la sua vita sia all'altezza della sua pagina. Di uno scrittore in prosa me ne infischio se sia un cialtrone o un santo."

La seconda parte mi suona stonata. Perchè  anche da uno scrittore in prosa  pretendo che ci sia una fedele corrispondenza tra vita vissuta e opera messa su carta, tela, pentagramma.

Ho bisogno di crederlo, altrimenti crolla tutto.

Che di cantastorie non so che farmene, se la prima son io a raccotarmele, le storie - quelle  finzioni vitali, ombre cinesi allo specchio.

Non mi ci è voluto molto per constatare che le crepe sono ovunque. Dentro prima,intorno poi.

E' accaduto che quella legge morale dentro di me ha iniziato a sgretolarsi, è un bastato un semplice appoggio a farla vacillare.

Che al momento ti sembra la liberazione. Il brutto è come ci si sente dopo.

Quando ti tradisci, che fine ti aspetta? Come ci si aggiusta dentro?





PS. Si lo so, è un post questo abbastanza ermetico e criptico. Non me ne vogliate.

10 commenti:

  1. Non te ne vogliamo, mai.
    Solo che ti vorremmo più clemente con le crepe tue.

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  2. Di chi è l'incipit iniziale? Discutibile. Se quello che vuoi è corrispondenza tra scritto e vita vissuta non capisco come vivi serena sul web che è il regno delle falsità e delle invenzioni, della apparenza e degli equivoci. Tranne me naturalmente.
    Siamo tutti inventati qui, traspare talvolta un riflesso della nostra vera natura ( Gioia ne è un esempio) ma è un fatto raro.
    Semplicemente non devi tradirti nella vita reale se puoi, non devi farlo per comodo o stupidità: nel web è tutta un'altra storia. Se ti capita la riparazione può essere lunga e complicata: scrivere aiuta.

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    1. Si in effetti tu hai tanta esperienza tra gli scritti e la vita vissuta, conosco bene il regno della falsità, delle invenzioni, degli equivoci, Tranne io, tu, naturalmente!
      non credo che siano tutti inventati, solo quelli che sono molto bravi

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    2. E' di Erri De Luca l'incipit ed è la prefazione di una raccolta di poesie del suo amico Izet Sarajlic.
      In realtà la scrittura di cui parlavo nel post non riguarda quella sul web, era in riferimento a chi, davvero, scrive libri. Perchè a me restano quelli, i soli cui credere.
      E quando conosci lo scrittore e vedi che c'è una scollatura tra vita e parole scritte, iniziano a vacillare le certezze. Poi ti guardi allo specchio, e ti rendi rendi conto che fai lo stesso...i fatti tradiscono le parole. Mi servirebbe fare tabula rasa

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  3. In effetti è traumatico a volte conoscere l'autore, partiamo dall'idea che si scrive esternando cosa si ha dentro, anche se è letteratura fantastica, e poi la realtà ci delude.Ma questo capita non solo con gli scritti, ma anche con le lettere o le mail, poichè si ha tempo di costruirle, limarle, come un racconto, e chi scrive spesso scrive di ciò che vorrebbe essere e non è, e non vi sono solo scollature, ma differenze ed opposti caratteri. Credo che la parola sia più veritiera della scrittura, poichè non hai tempo di costruire, e se una cosa non è nel tuo bagaglio non la puoi dire... comunque il discorso è lungo e complicato, ma affascinante.

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    1. Eh la parola...a me vengono sempre dopo, quando è tardi..e allora scrivo. C' è comunque alla base dei rapporti umani una forte incomunicabilità .
      -:" Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io nell'accoglierle, inevitabilmente, e riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci; non ci siamo intesi affatto. (Pirandello)

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  4. ... E se le parole arrivano da lontano , molto lontano , d'una dimensione dove non alloggia l'essere umano ??

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  5. Risposte
    1. Bene, credo...anche se tra qualche giorno si rientra dalle vacanze

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