"In un poeta cerco, esigo che la sua vita sia all'altezza della sua pagina. Di uno scrittore in prosa me ne infischio se sia un cialtrone o un santo."
La seconda parte mi suona stonata. Perchè anche da uno scrittore in prosa pretendo che ci sia una fedele corrispondenza tra vita vissuta e opera messa su carta, tela, pentagramma.
Ho bisogno di crederlo, altrimenti crolla tutto.
Che di cantastorie non so che farmene, se la prima son io a raccotarmele, le storie - quelle finzioni vitali, ombre cinesi allo specchio.
Non mi ci è voluto molto per constatare che le crepe sono ovunque. Dentro prima,intorno poi.
E' accaduto che quella legge morale dentro di me ha iniziato a sgretolarsi, è un bastato un semplice appoggio a farla vacillare.
Che al momento ti sembra la liberazione. Il brutto è come ci si sente dopo.
Quando ti tradisci, che fine ti aspetta? Come ci si aggiusta dentro?
PS. Si lo so, è un post questo abbastanza ermetico e criptico. Non me ne vogliate.