mercoledì 29 maggio 2013

Post di frivolezze


Gnete gente , ho dormito 10 ore di fila, mi sento come nuova!
La prova intercorso di Biochimica avanzata è andata benebene e quindi ieri , nel pomeriggio con la mia amica mi sono data allo "spignatto" e ne è uscito fuori questo

 
 
Gel detergente viso purificante limone & rosmarino. Prima creazione hand made. 

PS. TRANQUILLIZZO TUTTI , NON SONO LA NUOVA WANNA MARCHI !!
 

E nada ora ho fame, vado a mangiare una bella piadina.
 Buona giornata belli!!

sabato 25 maggio 2013


E’ una giornata (fredda) demmerda. (Perdonerete il francesismo)

Devo studiare il mondo in 2 giorni, devo stare sveglia,concentrata, ma al contempo devo evitare di prendere troppi caffè perché mi innervosiscono.

Devo stare calma molto calma…come il buon Neffa suggerisce.

Certo che consiglio demmerda ( per restare in tema con la giornata) , non è che se uno è nervoso e gli dici stai calmo, quello di colpo si calma. E’ come dire ad un affamato , mangia. Ma va?

Poi ti ci metti pure tu, che stai nervoso un giorno sì e l’altro pure…che ti scocci del telefono..e alle volte  pure di me.

Domanda : potrebbe andare peggio?

E voi come risollevate le vostre giornate demmerda???

domenica 19 maggio 2013


CAPITOLO 6

 

                                                                               IL NO.ME

Il mio nome non mi rappresenta, mi presenta ma non dice nulla di me.  Non me lo sono scelta.

Che però poi ci credo nel nomen omen e mi auto convinco che quel Livia = livida,pallida , piena di livore (che poi al suono a me da’anche l’idea di una persona antipatica) è il  nome piu’ azzeccato per me. 

Secondo questa pseudo-credenza se mi fossi chiamata come mia sorella (Clara) sarei stata radiosa,illustre , splendente….come lei del resto è.

Morale della favola : bisogna avere “ciorta” anche nel fatto che i tuoi genitori ( che manco quelli hai scelto) abbiano buon gusto.

Et voilà , eccovi servita l’ottusità delle credenze.

Ciancio alle bande, anche se il mio è un bellissimo nome ( ma si auto-compiaciamoci) non è roba mia, me lo porto addosso ma non mi appartiene.
 

sabato 18 maggio 2013


Che poi tu dici : “stiamo sempre là, le cose non cambiano mai”

Che poi mi chiedi : “Ma che faresti se ti dicessi non vediamoci per un po’ ”

Che poi io ci resto sempre una merda, che poi io non so come comportarmi , che poi io non voglio forzarti a vedermi , sentirmi ….

È che però poi io ho paura  di perderti

E come si fa?

giovedì 16 maggio 2013

AS. dovrebbe stare per ante scriptum...cooomunque con quest'ultimo post avviso che ho finito di spolverare vecchie cose scritte STOP.

L'unica cosa di caldo era il caffè fumante, per il resto il silenzio faceva eco dentro. Un silenzio così vuoto e pieno.

Greta odiava il resto del mondo, questo basta dire di lei per presentarla. 21 i suoi anni, come il secolo in cui era presente.

Era la gente che non sopportava, la superficie che appariva , che si incontrava , che bivaccava, che rideva con occhi immobili .

Le stava stretto quel posto, quelle persone che non sei mai tu a sceglierti , mai.

Non aveva tempo , ma davvero, non per dire. Bisognerebbe aggiungere un altro giorno alla settimana, che diventerebbe ottimana ; di ottimo auspicio non pensate? E poi i numeri dispari hanno sempre avuto un non so che di sinistro.

Aveva una chitarra in camera che non sapeva suonare, ce l'aveva solo perchè le piaceva la musica. E non dico amava, ma le piaceva. E nel piacere c'è sempre qualcosa di gioioso e che riempie, nell'amare non sempre.

Dicevo , le piaceva la musica, cantare e far finta di stare su di un palco presentando canzoni di noti cantautori come se fossero scritte da lei.

In effetti non è che ci fosse molta differenza tra chi lei odiava e chi lei era , entrambi fingevano e nel farlo si accontentavano.

Greta era il blu , perduto e profondo blu , essenzialmente blu.

Blues deriva dall'espressione "to have the blue devils" (letteralmente: avere i diavoli blu) col significato di "essere triste" e per questo motivo, nella lingua inglese il colore blu viene comunemente associato alla sofferenza, alla tristezza e all'infelicità , condizioni che nel suo caso erano a volume medio-alto.

Nascondersi, stare in disparte , dietro un sipario ad osservare e rimpiangere poi il non essere stata presente. Un presente non tale, o passato o futuro.

Piangeva spesso , e quasi mai sapeva perchè . Arrivavano senza avvisare , come qualcuno che vuole farti una sorpresa e ti coglie impreparato. Hai la casa in disordine, non sai dove farlo accomodare, cosa offrirgli. Inutile dire che lei odiava le improvvisate e le sorprese.

Odiava un po' troppo, covava rabbia che abbaiava muta fuori.

Contatti umani ben pochi ce ne sono stati , non capace a coltivarli ;seminava spesso vento e raccoglieva tempesta. Insomma questa era la sua condizione e doveva tenersela, non poteva chiedere cambio anche se tranquillamente avrebbe voluto.


Il computer era quello che le permetteva di osservare senza farsi vedere , di vivere la vita degli altri , un modo carino e labile per rovinarsi la propria.

Quello schermo non hai mai acceso nessuno, nessuna persona hai mai tratto qualcosa da un computer , è un mezzo usato come un fine .

E continua a piovere, che noia sto cielo!
 
Girano sosia di te e non mi hanno chiesto il permesso. Non è carino.

Mi cadono pezzi dentro e certe sere quando dormo , temo per tutto quello che è chiuso nella gabbia del mio torace: polmoni e cuore, li sento deboli . E se non reggono tutto questo?

Sono piccoli , lavorano silenziosi , senza dare fastidio e poi arrivo io e li scuoto, come un terremoto , traballano. E se non reggono tutto questo?


CAPITOLO  1

                                                                      I PROF STRONZI

Al liceo di solito ne è solo uno, ed è quello che tutti temono, quello che attua “terrorismo psicologico”, quello la cui materia tutti (o quasi) studiano piu’ paura che per altro.

Prendi poi quel pezzo di carta con il quale pensi di aver raggiunto qualcosa e puntualmente non hai capito niente di come gira la giostra. C’è il miraggio dell’Università dove PUOI decidere tu quando fare gli esami ( ma chi l’ha messa in giro sta voce?), dove PUOI organizzarti tu lo studio (mmmm certo i soliti programmi mai rispettati). Che poi con la laurea hai piu’ possibilità di trovare lavoro….

Bella questa ve’?

Fatto sta che l’Università pullula di esemplari variegati di prof stronzi, c’è :

quello che poiché la sua materia è alquanto inutile, si accanisce a chiedere anche le postille delle slides

quello che “dipende da come sta con la testa, come si è svegliato la mattina”

quello che “basta che parli molto, vuole sentire la pappardella” ( meglio al sugo di cinghiale o in bianco con funghi porcini?)

quello che “ti fa delle domande che tu devi ragionarci capisci??? O.O” ( hem che ti aspettavi ? Mica frequenti la Facoltà di Scienze delle Merendine?? )

 

CAPITOLO 2

                                                    LE COMPAGNIE CHE SI DISFANO

Tutti ma proprio tutti hanno avuto una compagnia che, storica o meno, a un certo punto non si sa piu’ dove è andata a finire. O meglio lo si sa fin troppo bene.

C’è quella che è sparita perché si è fidanzata.

Quella che è sparita perché da quando è entrata a medicina, ha preferito l’èlite dei futuri medici.

Quello che era sempre lui a chiamare tutti per vedere sul da farsi e a un certo punto si è scocciato

Quelli che per misunderstanding stupidi non si sono mai chiariti al momento ed è iniziato lo sciopero della parola

E quei 2 o 3 che continuano a vedersi perché hanno qualcosa da dirsi (menomale)

 
 

CAPITOLO 3

 

                                               LE ASPETTATIVE NON SOFFRONO MAI DI VERTIGINI

Le lanci in alto come un razzo e quanto più in alto volano tanto più secco sarà lo schianto.

A pensarci bene aspettare è la cosa che faccio  più spesso.  Aspetto il treno, aspetto l’autobus, aspetto l'esito di una prova, aspetto sia pronto in tavola, aspetto l’orario “giusto” per chiamarlo perché forse starà facendo qualcosa di più importante, aspetto mi chiami, aspetto mi venga a prendere….e intanto aspetto di andare al funerale delle mie paranoie.

 E aspettare è la cosa che odio di più; eppure aspetto, mi  aspetto dagli altri cose che non vengono. Mai.

Dal prontuario “frasi fatte” apprendo che le cose più belle ti capitano quando meno te le aspetti. Eh! E io come faccio a non aspettarmi nulla?

Non credo di riuscirci. Almeno fin ad ora è stato così.

 

CAPITOLO  4

 

                                                       IO SONO COSI’ ( SE TI STA BENE, BENE ALTRIMENTI ALOA)

Io sono così , hai forse intenzione di cambiarmi?

E la mia risposta solita, che mentre la dico mi cresce un albero al posto del naso , è : Non ho mica questa presunzione.

Oddio che poi infondo non è che io voglia cambiarti, voglio che tu cambi per me. Brutta storia.

E questa frase : “io sono così” (tratto sempre dal prontuario precedentemente menzionato, che tra l’altro chissà quante copie ha venduto dalla notte dei tempi) io la trovo un alibi. E’ un limite che ti attribuisci, ti circoscrivi , ti etichetti. Buffo no? Tutti contro l’omologazione e l’etichettatura e tutti che come pesci cadiamo nella rete (intesa in questo senso anche come Internet) e apparteniamo o alla classe dei : “io sono caro e buono , ma quando poi mi vengono quei 5’ minuti”, “io sono  sensibile e nessuno potrà mai capirmi”, "io sono troppo buono, sono altruista , gli altri pensano solo ai loro interessi" ( beh a sto punto direi di rivalutare la cerchia di cui ti circondi), “io sono egocentrico e possesivo”, “io mi stanco subito”, “io voglio tutto e subito, parto sempre in 4 e poi mi stanco”. Mh che tristezza, ma veramente questo definirci ci rassicura?

Insomma dov’è finito quel panta rei?

Consiglio l’ascolto della canzone “Vecchi difetti”

Guardami cambiare forma dopo forma e ancora.
 
PS. buon ascolto

 

 
Finalmente a Napoli...torna nella sua città natale e sceglie Città della Scienza come luogo d'incontro e scambio di opinioni. E' lì  per parlare del suo ultimo libro, scritto in collaborazione con il biologo Paolo Sassone-Corsi, libro che nasce dalla curiosità di Erri per quello strano "fantasma" (invisibile ad occhio umano) che si aggira per le nostre cellule : il DNA.
Questo libro nasce come scambio epistolare , semplice , lineare e pieno di meraviglie .
Inutile dire che per me ,studentessa di biologia ed amante all'ennesima potenza di Erri, è il MIO libro.
Inutile aggiungere che non appena ho visto Erri e l'ho salutato, la mia voce e le mie mani tremavano.
Inutile dire che domani rivedere o meglio riascoltare Erri sarà solo questo : un sorriso stampato in faccia !

ps. lascio qui il video dell'incontro svoltosi a Genova con Erri e Paolo